Emergenza suicidio: ragazzi soli tra la gente
21 febbraio 2020 1 commento
All’origine del disagio giovanile: famiglia in crisi, mancanza di rapporti, assenza del trascendente. Parla Claudio Risé.
intervista di Simone Fausti a Claudio Risé
I numeri dicono che in Italia si tolgono la vita circa dieci persone al giorno, in calo rispetto a vent’anni fa. Eppure questo dato lascia senza parole e si resta ancora più sconcertati quando a togliersi la vita è un ragazzo, cioè una persona in cui l’anelito per la vita è particolarmente intenso. Aldilà delle cifre si sa che recentemente la città di Monza ha dovuto fare i conti con due liceali che, nel giro di un paio di settimane, hanno deciso di uccidersi. I due ragazzi frequentavano la stessa scuola e, nonostante i due episodi siano slegati, l’intera comunità scolastica si sta interrogando, anche con l’ausilio di esperti e di psicologi.
“IFamNews” ne ha parlato con Claudio Risé, psicoterapeuta e scrittore, già docente di Psicologia dell’educazione nella facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Professor Risé, qual è la causa principale del disagio e dell’alienazione che vivono i giovani, e che porta alcuni di loro a commettere un atto così estremo?
Ci sono una molteplicità di cause, profonde e fastidiose da guardare in faccia; infatti, spesso non le si vede e non se ne parla. Ma la ragione principale che concorre alla scelta di un giovane di togliersi la vita è la solitudine.
Eppure uno dei due ragazzi monzesi che si è suicidato era impegnato nel sociale, nella difesa dell’ambiente e nella politica locale…
Si può essere soli in mezzo a tanta gente. Il vuoto è anche nella comunità dei pari, è nei valori collettivi che ci tengono alla larga dalla questione centrale: il senso della vita. Senza un riferimento trascendente, anche le persone più impegnate e con una forte personalità soffrono la solitudine. Come mostrano i giovani d’oggi, apparentemente amati e curati. Sono i figli della prima generazione dove l’amore per la prole non è provato e coltivato a livello istintivo e diventa secondario rispetto ad altre preoccupazioni come il lavoro, l’apprezzamento sociale, il successo, la ricchezza e la sicurezza. Leggi il resto dell’articolo