Cosa di un uomo attira una donna?

Caro Claudio, alcuni anni fa lessi in un tuo libro (irrecuperabile causa trasloco) che le donne in un uomo guardano Qualità, Livello e Sicurezza che possono loro derivare da una relazione con quell’uomo. 

Potresti aiutarmi a comprendere l’origine di questa scelta femminile? E, per caso, questa affermazione rientra nel pensiero di Jung?

Grazie per la disponibilità e complimenti per i tuoi libri, di cui sono  avido lettore.

Henri

 

Ciao Henry, la sicurezza di vita delle donne e dei loro figli è sempre dipesa da queste qualità degli uomini. Quelli che non sono in grado di garantirle sono meno interessanti per la qualità della vita loro e dei loro figli.

Anche Jung pensava questo, ma non è una teoria né mia né sua, è una constatazione fatta da sempre. che viene dall’osservazione della realtà.

Claudio

 

Vedi  Claudio,  io mi sono separato (e poi divorziato) qualche decina di anni fa, quando ho iniziato a leggere la rubrica “PSICHE LUI” e successivamente ho approfondito l’argomento uomini-donne sui tuoi libri.

Da allora ad oggi, con un figlio allora piccolissimo, ho (come hanno fatto molti altri papà) tenuto duro e rigato dritto senza mollare mio figlio e vedendolo ogni volta che mi era permesso. Ora ha 30 anni, ha un’ottima professione e vive e lavora  con una ragazza in un’altra nazione europea. Recentemente ho concluso il rapporto post-coniugale con la mia ex-moglie con una transazione.

Il punto è che in questa trentina d’anni non ho mai abbandonato l’idea di costruirmi una famiglia, incontrando una donna con cui ci fosse reciprocità: “io piaccio a te, tu piaci a me”. Purtroppo questo non è avvenuto, pur avendo conosciuto donne a centinaia.

La domanda rimane più o meno sempre questa: cosa di un uomo attira una donna? Nessun psicologo o psichiatra ha saputo rispondermi in concreto, ovvero indicandomi comportamenti da mettere in pratica.

Al riguardo la risposta di Jung era: la donna in uomo guarda la Persona. La tua risposta è: la donna in un uomo apprezza Livello, Qualità e Sicurezza. Più o meno la stessa cosa.

Ora mi chiedo. quello che ho fatto in questi 27 anni, resistendo alla tentazione di vendicarmi sulla mia ex-moglie e sopportando tutte le privazioni che ad un uomo derivano da un divorzio nel sistema italiano, non dimostrano niente (di buono) della mia Persona? A quanto pare sembra di no, visto che le donne che mi interessavano e che ho tentato di approcciare mi hanno dato versioni le più disparate riguardo a ciò che le attirava in un uomo, e tutte totalmente distanti dall’idea di Jung e tua.

Chiudo con una riflessione: incontrare una donna con cui ci sia reciprocità (intendo, non solo sesso, non solo chiacchiere, non solo cene fuori, ma di tutto un po’) è possibile con un percorso consapevole, oppure – come diceva Viktor Frankl – la via che conduce all’amore (quando lo incontriamo) ci cade in grembo senza che noi agiamo, in un certo modo “per grazia”?  Siamo alla Volontà’ Superiore di cui parlava Jung?

Henri

 

Caro Henry, grosse questioni. Ma andiamo per ordine. Non direi che per Jung, come anche per me, la relazione tra la donna e l’uomo dipenda solo da quella che Jung chiama la Persona, cioè l’aspetto di noi che presentiamo agli altri. Quella è certamente la prima a entrare in campo, perché è la nostra identità sociale, quella che dà il via alla relazione. Se la Persona non è adeguata, non dà garanzie di poter essere un buon marito e padre, la donna, di solito, non si mette neppure in gioco, si ritira. Tua moglie ci è stata, almeno fino al matrimonio, e come vedi in effetti tu le hai dato un figlio che poi sta riuscendo molto bene, anche perché sei comunque stato un bravo e attento padre, e  alla fine le hai anche fornito dei mezzi, che le hanno certamente fatto comodo.

Però non basta. Infatti già nella Persona (secondo Jung, e io sono d’accordo), si manifestano aspetti dell’istanza superiore che deciderà poi dell’intera vita dell’individuo, cioè il Sé, cui tu accenni come Volontà Superiore (che però non è solo Volontà). 

E poi anche tutte le altre figure e forze attive nel processo individuativo: Ombra, Anima, e appunto Sé, fanno la loro parte nella relazione.  Ci deve essere un interesse reciproco sull’insieme di questi aspetti, altrimenti la relazione non funziona (come accade, purtroppo in moltissimi casi).

Ora però prendiamo fiato, e dammi per adesso il tuo feed back fino ad ora. Alle tue domande risponderò dopo, ma per questo occorre vedere la cosa nella sua completezza. 

Di tutta la questione (lo dico anche per gli altri che passano da qui) mi occupo ampiamente nel mio libro La scoperta di sé (San Paolo editore), dedicato appunto al processo di individuazione.

Claudio 

34 Responses to Cosa di un uomo attira una donna?

  1. Henri says:

    Vedi Claudio, condivido ciò che dici, ma nel corso della mia vita – avendo incontrato molte donne verso le quali ho nutrito interesse – sono stato messo di fronte ad istanze così variegate e diverse che ho perso la speranza di comprendere ciò che piace alle donne. In fondo, in un tuo libro di tanti anni fa, affermavi che gli uomini sono attratti dalla bellezza e dalla disponibilità. Forse per una donna è più semplice comprendere ciò che piace ad un uomo

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  2. Claudio Rise says:

    Henry, al di là degli aspetti generali (cosa piace alle donne degli uomini, cosa delle donne agli uomini), sono decisivi gli aspetti personali. Per esempio quanto forte sia l’Io di quell’uomo, e quali siano i suoi rapporti con la sua parte femminile (l’Anima) molto importante nella relazione uomo-donna. Però questi aspetti vanno visti con attenzione, uno per uno, al di fuori delle generalizzazioni (tipo: “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”) che hanno il loro senso, ma da soli non spiegano nulla. Si tratta di un incontro di due persone, non due stereotipi.

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    • Henri says:

      Comprendo il tuo richiamo a guardarsi dalle generalizzazioni. Eppure..guardando al passato, a tante vicende storiche del rapporto (non sentimentale) tra i due generi maschile/femminile è impossibile non chiedersi se non ci siano degli stereotipi che – in realtà- stereotipi non sono.
      Parlo sul suffragio prima negato e poi concesso alle donne, parlo dell’impossibilità per una donna di essere ordinata sacerdote, ecc. In realtà – per la mia esperienza – il confine tra istanze di genere e incontro tra due persone (comunque di genere diverso) è molto sottile. E per me molto difficile da decifrare.

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  3. Daniele Antares Y says:

    Amico, quella di domandare alle donne è una strada praticata da molti, con onesto intento ‘scientifico’, ma spesso fallimentare.
    Infatti da tali interviste, per così dire, scaturiscono nel migliore dei casi ovvietà (tipo ‘scoprire’ che lei ama la personalità e non solo il fisico), e nel peggiore dei casi menzogne o mezze verità con asterisco (tipo dire che lei cerca Freud e poi la sera stessa va con l’animatore brasiliano del villaggio vacanze).
    Le donne in un uomo cercano l’uomo.
    Poi ci sono le sfumature dell’alchimia del caso, ad esempio una donna con Marte in Vergine amerà la tipologia “bricoleur/gigolò/intellettuale” mentre una donna con Marte in Pesci amerà la tipologia “bohemien/poeta/Ridge”.

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    • Henri says:

      Vedi Daniele Antares Y, hai fotografato in modo quasi perfetto il punto: le interviste non servono. Ma manca un elemento: la tortuosità femminile al cospetto di un atteggiamento maschile “diretto”. Ed è su questa tortuosità che mi infrango. Faccio un esempio di vita reale. Sono appassionato di ballo e pratico il tango argentino. Mai come in quest’ambiente ho rilevato i comportamenti femminili più contraddittori. Ci sono donne – che durante la settimana rifiutano con schifo ogni approccio maschile (anche solo per scambiare due parole) – le quali il sabato sera passano ore a farsi belle, avendo speso un patrimonio in scarpe/vestiti/lezioni, e vanno in milonga (il locale dove si balla tango) in attesa di incrociare lo sguardo di un ballerino che le stringa e le faccia ballare. Queste stesse donne, nei giorni successivi, si lamentano di essere sole ma non concedono nulla agli uomini che propongono una frequentazione “normale”. Ma siamo alla fantascienza, oppure è a me che sfugge qualcosa? Anni fa Claudio scrisse che certe donne incarnano l’energia delle donne emancipate, a differenza di altre che appaiono “gheisce sottomesse”. Comprendo l’idea di Claudio, ma siamo arrivati al paradosso che ci sono migliaia di donne sole, pur in presenza di uomini che desiderano allacciare una semplice frequentazione.

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  4. Bianca says:

    Secondo me non si può dare una risposta univoca, che valga per tutte le donne e per tutti gli uomini.
    Cosa di un uomo piace ad una donna? Io direi: dipende dalla donna.
    Dipende anche dal momento della vita che ognuno sta vivendo, probabilmente a 20 anni interessano aspetti che vent’anni dopo diventano del tutto secondari, o viceversa.
    Dipende dalle esperienze passate, e non intendo dire solo esperienze sentimentali, ma l’esperienza della vita.
    Dipende anche dal grado di intelligenza e dalla sensibilità della donna in questione.
    La Persona è importante, ma non è tutto, a mio avviso il Sé è molto più importante, la parte più autentica di un individuo, uomo o donna che sia.
    Qualcuno troppo centrato sulla sua Persona, prevalentemente proiettato sull’esterno, a lungo andare secondo me stanca, a meno che dalla vita non si desidera il lato più esteriore.

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  5. Bianca says:

    (non si DESIDERI)

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  6. Bianca says:

    Mi permetto di aggiungere che questa domanda non è poi così importante, sia che a farsela sia un uomo che una donna.
    Che importanza può avere sapere cosa, in teoria, in generale, piace ad una categoria così vasta come “gli uomini” e “le donne”?
    Io credo che abbia importanza solo l’incontro concreto con una persona specifica, da lì parte tutto. Spontaneamente nasce una simpatia e si va avanti, sperando che quello che si è (e non si può cambiare artificialmente per fare colpo, per fortuna) piaccia all’altra persona e si possa creare una relazione ricca di armonia che renda felici entrambi.

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    • Henri says:

      Bianca, rispetto il tuo punto di vista, ma non sono d’accordo sulla (non) importanza della domanda.
      Innanzi tutto siamo su un blog di Psiche, pertanto è prassi cercare risposte alle domande inerenti al comportamento (proprio e degli altri).
      Secondo aspetto, la domanda è importante per me per il modo in cui è maturata (non so se hai letto i miei commenti iniziali). Per anni mi sono imbattuto in comportamenti ed affermazioni femminili altamente contraddittori. Cito Daniele dal suo commento (da tali interviste, per così dire, scaturiscono nel migliore dei casi ovvietà e nel peggiore dei casi menzogne o mezze verità con asterisco).
      Allora il tuo spontaneismo (lo dico con rispetto) è altamente dannoso. Mi spiego meglio. Immagina di frequentare una sala da ballo presentandoti sempre con unghia lunghe, capelli sporchi e denti gialli. Uomo o donna che tu fossi, riceveresti sempre dei rifiuti. Non ti porresti la domanda sul perché dei rifiuti e affideresti tutto alla speranza?
      Non ho la presunzione di cambiare artificialmente, ma la convinzione che sia lecito e giusto farsi delle domande. Per conoscere se stessi e gli altri).
      Se non avessi letto i libri di Claudio, spinto dalla curiosità di rispondere a mie domande, non avrei conosciuto ritratti di uomini e donne così acutamente descritti (un esempio per tutti:”l’amico delle donne).
      Grazie

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  7. Silvia X. says:

    Posto che generalizzazioni come “a tutte le donne/a tutti gli uomini piace…” mi ha sempre dato molto fastidio, perché ritengo che ognuno/a sia un individuo unico e diverso, credo che @Henri la domanda la dovresti rivolgere a te stesso: che cosa cerco in una donna? cos’ho da offrire in una relazione sentimentale? Per mia limitata esperienza ti posso dire che di fondo cercavo (e fortunatamente ho trovato) un uomo che sapesse tenermi testa, non nel senso di uno stronzo, ma di un uomo solido, che stava bene con se stesso, che non mi dava sempre ragione per farmi contenta, e con cui non dovessi mettermi maschere di nessun tipo ma potessi mostrarmi per quella che ero. All’epoca per me era anche importante incontrare l’uomo giusto con cui fare dei figli. Un’altra cosa che ho capito col tempo è che ci vuole un progetto comune, qualcosa che trascende l’attrazione fisica, il divertirsi insieme, il mettere su casa, fare figli ecc. Non so definirlo bene, ma è un crescere insieme, un favorire lo sviluppo dei talenti dell’altro, senza competizione ma con tifo reciproco, avere una meta che comprende il proprio miglioramento come persona, altrimenti dopo un po’ subentra la noia o la mancanza di argomenti comuni. Sembra che tu abbia ancora molto da dare, ti auguro di trovare chi saprà apprezzare e amare le tue qualità.

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  8. Lisa says:

    Interessante quanto dice Claudio sul rapporto uomo-Anima. In fondo è proprio lì il punto: un uomo spesso è capace di aiutare una donna ad esprimere al massimo la propria indole e/o femminilità molto più di qualsiasi altra cosa. Allora ciò che davvero va cercato è un’ Anima altrettanto simile o complementare alla nostra da meritare di essere conosciuta fino in fondo..

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  9. Claudio Rise says:

    “Le donne in un uomo cercano l’uomo” dice Daniele Antares, ed è una risposta vera, non generica come può sembrare. Come è vero per l’uomo, che in una donna cerca la donna.
    E’ un bisogno arcaico, istintivo ed anche affettivo, simbolico ma anche molto pratico, fisico ma anche trascendente. E’ per questo che tutti i diversi passaggi del processo individuativo, la Persona ma anche l’Io, l’Ombra come l’Anima/us e il Sè di cui giustamente @Bianca ricorda l’importanza, fanno la loro parte in un percorso che non può essere fissato in una “cosa” precisa, perché in realtà è un processo in continuo svolgimento, che accompagna l’intero percorso e senso della vita umana.
    Cercando e trovando la donna ed i suoi diversi aspetti e momenti troviamo noi stessi, e l’altra. Ma dobbiamo esserci, con pienezza e sincerità, in questa ricerca.

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  10. Claudio Rise says:

    Ciò che ha scritto Lisa mi permette di chiarire un aspetto di ciò che ho detto qui sopra.
    In fondo è proprio l’idea di “cercare” qualcosa nell’altro che è sbagliata, perché mette troppo l’accento sull’altro/a, come dovesse fare chissà cosa. Mentre invece il desiderio più fertile è quello di “essere” con l’altro, con quella donna, e di vivere questo con tutta la pienezza della tua identità maschile e della tua Anima. Che gode di questo transito della vita, con, accanto, e nella donna e nel femminile. Non importa quanto sia simile @ Lisa, anzi può anche essere molto diversa. L’importante è che ci sia un’assonanza (anche profonda, non necessariamente verbalizzata) sul piano del Sé, del senso trascendente della vita.

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    • Lisa says:

      In effetti, a volte proprio grazie ai diversi da noi vediamo emergere lati nascosti più autentici e veri. Si tratta di una chimica e/o alchimia che si avverte a pelle, d’ istinto con alcune persone anche sconosciute come in un assolo di Jazz che ti coinvolge tuo malgrado.!!

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  11. Henri says:

    Grazie a tutti dei vs. commenti.
    In realtà mi ritrovo completamente in ciò che ha scritto Daniele Antares, in particolare a proposito del “domandare, con esito fallimentare”.
    Claudio, è corretto affermare – come fai – che “al di là degli aspetti generali (cosa piace alle donne degli uomini, cosa delle donne agli uomini), sono decisivi gli aspetti personali. … Però questi aspetti vanno visti con attenzione, uno per uno, al di fuori delle generalizzazioni che hanno il loro senso, ma da soli non spiegano nulla. Si tratta di un incontro di due persone, non due stereotipi.”
    Eppure non posso sottacere che tutte le volte che gli stereotipi relativi ai generi uomo/donna hanno fatto capolino nella mia vita, hanno provocato in me un senso di profondo disgusto dato che venivano continuamente smentiti dai fatti.
    La mia domanda è partita da una semplice osservazione dei fatti.
    Che male c’è a prendere atto di questi fatti che mi sono capitati? Forse bisogna affidarsi al “caso” (e lo dico con l’accezione peggiore che c’è) per avviarsi ad una relazione con l’altro sesso soddisfacente?
    Rispondo infine a Silvia, che mi suggerisce di chiedermi.” che cosa cerco in una donna? cos’ho da offrire in una relazione sentimentale?”
    E’ una domanda che mi pongo molto spesso, ma forse la mia risposta ha bisogno di conferme o di critiche. In altre parole, non basta rispondersi da soli. Ecco il motivo del dibattito su “cosa piace o non piace”.

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  12. Henri says:

    Aggiungo una riflessione – spero chiarificatrice – di ciò che intendo per comportamenti propri della maggior parte delle donne e/o degli uomini.
    Se in questo blog scrivessi:” la domenica pomeriggio il pubblico degli stadi è al 99% maschile”, descriverei un fatto reale, senza che ciò costituisca una generalizzazione o uno stereotipo.
    Se scrivessi:” molte donne vanno a fare shopping accompagnate da un’amica”, non avrei definito uno stereotipo, ma avrei semplicemente constatato un fatto di evidenza pubblica.
    Ringrazio Silvia per aver scritto:”cercavo (e fortunatamente ho trovato) un uomo che sapesse tenermi testa, non nel senso di uno stronzo, ma di un uomo solido, che stava bene con se stesso, che non mi dava sempre ragione per farmi contenta, e con cui non dovessi mettermi maschere di nessun tipo ma potessi mostrarmi per quella che ero”.
    Considero Silvia un’eccezione, anche se mi chiedo se all’epoca dell’incontro con quest’uomo aveva lasciato trapelare ciò che cercava.
    Ben diversa comunque dalla Lei descritta da Daniele, che:”cerca Freud e poi la sera stessa va con l’animatore brasiliano del villaggio vacanze”. Penso al malcapitato che – avendo ricevuto tale risposta e sperando di rendersi interessante – si mette a leggere i libri di Freud e poi vede la tipa tra le braccia del bagnino.
    E allora per me è legittimo attendersi dalle donne più chiarezza in merito a quello che a loro piace dell’uomo, salvo scambiare Freud col bagnino.

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    • Silvia X. says:

      @Henri sì, l’ho più o meno inconsciamente lasciato trapelare. Lui, più grande di me, è stato anche molto bravo a mettere subito in chiaro determinate cose, facendomi le domande giuste. Mi viene da dirti sii te stesso, l’autenticità è fondamentale, e anche terribilmente affascinante, almeno dal mio punto di vista, perché richiede coraggio e una profonda onestà.

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  13. Claudio Rise says:

    Henry ciò che non funziona mai, né per gli uomini né per le donne, è proprio “leggere Freud” ( o Jung o chiunque altro), o fare qualunque altra cosa per essere interessante.
    Mi rendo conto che in una società basata sugli influencer e sull’imitazione può sembrare un’affermazione azzardata, ma è esattamente così. La domanda “cosa vorrà questa donna da me” è un modo falsificante di avvicinarsi, che toglie le energie autentiche e fa solo perdere tempo. La domanda necessaria è: mi interessa questa donna? Se la risposta è sì, allora bisogna esserci con la donna, lì dove e come siamo, nelle nostra piena e assoluta autenticità, e vedere cosa succede. Il resto sono le vecchie, mai sopite (mi scusino le signore) seghe mentali.
    Il fatto è si vive nel terrore di sbagliare ( e in questo anche molta psicologia, malfatta non ha certo aiutato). Ma si sbaglia di certo se si seguono codici precostituiti invece di essere noi stessi.

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    • Silvia X. says:

      @Claudio standing ovation per queste parole piene di saggezza. Confermo che tutte le volte che (per paura di sbagliare, di essere inadeguata e via discorrendo) ho seguito i codici invece della mia voce interiore la vita mi ha metaforicamente risposto con sprangate sui denti.

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    • Moidi says:

      Si, come dice Claudio, per primo l´uomo deve essere se stesso e esserci, che vuole anche dire amare. La donna sente se l´uomo riesce a desidere la donna di per se´, che non e`cosa scontata; loro si lasciano amare piu´ volentieri se vengono stimate, volute, accettate come sono; vogliono potersi appoggiare alla sua spalla, anche se sono donne in carriera. Non vogliono essere desiderate solo per il sesso, solo perché´ belle, solo perché´ricche o povere, ma tutto insieme. Saranno pensieri stereotipi, ma me lo dicono spesso, proprio con queste parole .
      Sono anche contente se sono bravi padri, spesso rimangono con lui per questo. Non amano se lui e´pigro e se non dice la verità´. Le donne soffrono quando gli uomini sono tipi taciturni, preferirebbero che si potesse dialogare.

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    • azzemone says:

      Eh, io non trovo nessuno che m’interessi o che mi muova qualcosa, da anni. Ho tentato qualche conoscenza ma non ha funzionato, così mi son chiusa in casa a leggere: almeno qualcuno mi parla di cose che m’interessano e mi emozionano. Son tornata a seguire in concerti, finalmente. Alla fine sento forte l’assenza, la mancanza di qualcuno con cui condividere, fosse anche un lungo dilenzio.
      Azzurra

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  14. Bianca says:

    Sono del tutto d’accordo con quanto scrive Moidi: quello che piace alle donne – anche se insisto sul fatto che non si possa generalizzare – è il fatto di essere amate, o comunque al centro dell’interesse sentimentale di un uomo, per quello che si è nel complesso, come persona, come donna, non come ideale o immagine femminile teorizzata, idealizzata, che si scompone idealmente in parti che vanno bene e altre no, ma che si ama appunto nella sua specificità, unicità, perché la si sente vicina interiormente soprattutto e poi si sente, quando si sta insieme, un’armonia che non si spiega razionalmente.
    Quando un uomo è interessato ad altro (solo all’aspetto fisico, solo a qualsiasi altro aspetto parziale, di te) si sente e lui diventa poco interessante, perlomeno quando si ha la sensibilità per rendersene conto.

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    • armando says:

      tutto vero, ma a parti invertite? cosa può pensare un uomo quando capisce che è attraente per una donna perchè le può dare sicurezza, tranquillità e benessere per sè e i figli, ma non per altre qualità?

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      • Bianca says:

        @Armando, per me non c’è differenza, nel senso che capisco perfettamente che se un uomo si sente desiderato, o meglio, sente l’interesse su di sé solo perché può garantire sicurezza e tranquillità, e soltanto per questo, non ne sarà felicissimo… tutti noi, uomini e donne, secondo me aspiriamo ad essere amati per tutto ciò che siamo complessivamente, anche con le nostre fragilità, le nostre imperfezioni…
        Ci tengo però a sottolineare un punto: si può dare tranquillità e sicurezza in molti modi.
        Se ne facciamo soltanto una questione materiale (banalmente, meglio sposare un facoltoso chirurgo che un normale impiegato), è triste…, ma sicurezza può voler dire anche sicurezza interiore, affettiva, e allora in quel caso non sono in gioco prevalentemente la posizione economica e sociale di un individuo, conta altro.
        Ovviamente, nessuna sicurezza può ispirare un uomo che non ha alcun punto di riferimento nella vita. Innamorarsi di uno scapestrato, che vive al di sopra della realtà, secondo me non piace a nessuno, ti porta verso situazioni che qualsiasi donna equilibrata tende a rifiutare.

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        • armando says:

          vero, ma allora “il bel mascalzone”, che é figura da sempre attraente almeno x un certo tipo di donna? o ancora peggio quel che scriveva la poetessa Silvia Plath “ogni donna dentro di sé ama un fascista”? che poi è la situazione raccontata da Claudio in Fon Giovanni, trappola mortale x donne d’ingegno? la verità é che la psiche é difficile da decifrarsi, alle volte é contorta e cio che affiora alla coscienza é solo una parte dietro la quale esiste molto altro.

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          • Bianca says:

            @Armando, è vero, la psiche è molto difficile da decifrare. Ma dobbiamo ricordare che la psiche non è una pietra fissa e immobile, è fluida, in movimento, noi cambiamo nel tempo…
            Sicuramente ci può essere una fase della vita in cui può piacerti anche il Don Giovanni l’ingannatore, come l’ha definito Claudio Risé, ma non per sempre… a mio avviso, se tutto va bene, può succedere forse più facilmente nella prima giovinezza, quando ne sai poco della vita, quando sai meno cose… ma dopo no.
            Dopo, lo identifichi subito per quello che è: un ingannatore appunto, un uomo vuoto, tutto fumo e niente arrosto, quando non è addirittura distruttivo, deleterio.
            Un uomo del genere non ti può affascinare, semmai (dentro di te) ti fa ridere, ma nel senso proprio che lo trovi ridicolo.
            Ritengo però che “il fascista” sia diverso dal Don Giovanni di Risé, il quale assomiglia molto più ad un “damerino” a mio avviso che a un fascista. Oggi, lo identificherei con l’uomo che vuole piacere a tutti i costi alle donne, al punto tale da definirsi “femminista” pur di piacere loro.
            Il mascalzone – non diciamo proprio “fascista” – invece ha qualcosa di affascinante, soprattutto quando è mascalzone per finta, cioè uno che ha un rapporto avventuroso con la vita ma di fondo ti ci puoi fidare.
            Mi viene da pensare ad alcuni film francesi, uno ad esempio alla Jean Paul Belmondo.

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  15. Bianca says:

    Quando questa “magia” non si crea, l’incontro secondo me non è un vero e proprio incontro profondo, diventa uno scambio tra due persone che vogliono determinate cose da un altro. Magari anche cose importanti, per sé o per la società, ma manca qualcosa.
    Quando qualcuno ci piace bisogna capire cosa si prova a stare con quella persona, che emozioni ci suscita e anche come ci cambia nel profondo, questa è la cosa più importante, non tanto sapere cosa piace a lui/lei in teoria, magari per adeguarsi ad un bisogno dell’altro. Non si può creare artificialmente qualcosa, ogni persona può solo essere ciò che è, perché solo attraverso l’essere autentici si può arrivare a chi ci è simile.

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  16. Henri says:

    @ Bianca. Scrivi:”Quando qualcuno ci piace bisogna capire cosa si prova a stare con quella persona, che emozioni ci suscita e anche come ci cambia nel profondo, questa è la cosa più importante, non tanto sapere cosa piace a lui/lei in teoria, magari per adeguarsi ad un bisogno dell’altro.”
    Ho visto famiglie di madre, padre e tre figli piccoli frantumarsi perché Lei aveva capito che il suo bisogno era trascorrere tutte le sere a ballare tango. Lui si sarebbe fatto tagliare una mano pur di intercettare e comprendere il bisogno di Lei, anche salvando la famiglia – che non è poco.
    Allora rispettiamo il dolore delle persone, per favore, e non nascondiamoci dietro lo spontaneismo.
    Voglio qui ricordare anche che molto spesso (ahimè) succede che Lui si invaghisca di una Lei più giovane e bella e lasci la famiglia per questo. ma – a mio giudizio – sono due comportamenti ugualmente distruttivi.
    @ Claudio. Affermi:”mi interessa questa donna? Se la risposta è sì, allora bisogna esserci con la donna, lì dove e come siamo, nelle nostra piena e assoluta autenticità, e vedere cosa succede”.
    Ci vuole molto fegato a stare davanti ad una donna che ci interessa, senza muovere un dito o sbattere le ciglia, vedendo come va a finire. Mi sembra più facile scriverlo sulle pagine di un blog che praticarlo in realtà. Ci vuole un fisico bestiale, come diceva Luca Carboni, oppure tanto culo …. (ops, scusa Claudio)
    @ Moidi. Dici:”Non vogliono essere desiderate solo per …. ma tutto insieme”. E qui casca l’asino, Moidi (non tu). Tutto insieme, dici. Io direi: tutto e il contrario di tutto. Jung affermava:”Le donne vogliono la completezza”. Correggi Claudio se sbaglio.
    @ Silvia. Grazie per le tue parole: “sì, l’ho più o meno inconsciamente lasciato trapelare. Lui, più grande di me, è stato anche molto bravo a mettere subito in chiaro determinate cose, facendomi le domande giuste”. Hai detto bene Silvia, il tuo Lui è stato anche molto bravo.
    Vorrei concludere dedicando a tutte le donne del blog che hanno voluto rispondere a me povero maschio interrogante, la meravigliosa canzone di Fiorella Mannoia :”QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO”. E guai a chiedere ad una donna il perché di tale titolo, vero @Daniele Antares?
    Un abbraccio a voi tutti/e.

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  17. armando says:

    Scrive Claudio ” Quelli che non sono in grado di garantirle sono meno interessanti per la qualità della vita loro e dei loro figli”. Bene, questa è la realtà, eterna ed evidente. Ma occorre riconoscerla con onestà, senza falsa coscienza. Inutile nascondersi dietro a fandonie quali “le donne guardano alla persona nella sua interezza mentre gli uomini sono attratti dall’aspetto fisico” , quindi sessuale, con ciò sottintendendo una certa superiorità “morale” da parte femminile. Balle. Se è vero che le donne sono attratte dalla capacità maschile di garantire loro (ed ai figli) sicurezza e protezione, e che un uomo simile diventa anche eroticamente attraente, e se ciò è dato in natura, significa “soltanto” che il maschio è “condannato” a darsi da fare, industriarsi, agire, ed a fare di tutto per non perdere quelle qualità, (con tanti saluti per gli sfigati che non ci riescono) mentre la femmina può contare su qualcosa di cui non ha merito perchè donatogli da madre natura. Ognuno la sua croce, viene da dire, ma smettiamola col vittimismo.

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  18. Andrea says:

    A tal proposito… Verrà mai ristampato “maschio amante felice”? È irreperibile ovunque…

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  19. uffaqua says:

    (Ciao, non sono nuovo, ho solo cambiato alias – a buon intenditore…)

    Premesso che sono un fallito anche sentimentalmente, i miei errori sono senz’altro consistiti nello stare troppo fra le nuvole e “in teoria” e molto poco concreto e “in pratica”.

    Sapendo di far orripilare l’approccio psicoterapeutico della questione, secondo me, occorre anche conoscere schemi noti e ripetitivi di decodifica del comportamento femminile che, nei manualetti di auto-aiuto americano, si trovano a bizzeffe (e probabilmente questo è la “pessima psicologia” di cui parla @Claudio), però ci beccano!

    Quindi, se sei un tipo un po’ cervellotico (passami il termine) e che per questo (forse) viene colpito dalle parole di Antares sull’inutilità degli interrogatori; se in più ti piace avere le cose sotto controllo per non sbagliare (della serie: “Spiegami, così faccio la cosa giusta, dimmi tu, cara”); se non c’è disinteressato mistero e la capacità di far scorrere le piccole o grandi incomprensioni con l’altro (cioè se non sei capace di dire: “E chi la capisce, quella?” ignorando le sue lamentele del momento, fregandotene di questa tua “incompetenza” e magari concedendole spazi di libertà da te e le tue continue ricerche di conferme e indirizzamento sul da farsi), secondo me sbagli.

    Un po’, smetti di concettualizzare.

    Un po’, impara qualche trucchetto banale e concreto (perché non spiazzare la donna con un diversivo specifico, per esempio: se non capisci niente, se capisci che ti stai arenando in un convergente flusso di pensieri chiusi, perché non sparigli le carte e le proponi un cinema al volo, o un diversivo fisico qualunque, per uscire dal percorso cervellotico, insicuro, dipendente?).

    Poi che questo si chiami sfoderare il Sé (senti, ma andiamo al museo?), toccare l’Anima (e se si ballasse, stasera?), attivare l’Ombra (andiamo in un motel a fare l’amore?), … non credo importi tanto.

    Rompi il tuo meccanismo di astrattologia e diventa concreto.

    Sinceramente, davvero, io ho scoperto a tre mesi dalla successiva separazione dalla mia ex che lei era umorale, in funzione del ciclo mestruale. Diventava collerica e aggressiva, o dolce e disponibile, in funzione delle ovulazioni e delle mestruazioni (non scherzo!). Quest mia scoperta cambiò enormemente, anche se troppo tardivamente, il mio modo di pormi: perché avevo imparato ad IGNORARE le sue aggressività e vederle quasi con amore, con tenerezza, anziché come le micce dei nostri litigi. Possibile io lo abbia imparato a 38 anni? Sì, troppo tardi.

    Esci da te, liberati dal peso di te e guarda l’altro per quello che è: ci sono trucchetti in giro che ti fanno sfangare dalle situazioni anche in fretta (certo, è un’eresia psicanaliticamente, perché te ne fotti del profondo e vivi in superficie, ma a volte le cose non hanno chissà quale “spiegazione” particolare).

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  20. Michele says:

    Henry, ti offro la mia modesta testimonianza: io più che la Persona punto tutto sul Sé. Tutte le volte che nella mia vita mi sono aggirato dalle parte del Sé e mi sono sentito innamorato, vivo, eccitato, appassionato, interessato a quello che amavo fare e che quindi non vedevo l’ora di prendere sonno per alzarmi il giorno dopo e continuare a sentirmi innamorato, affamato, vorace ecc. Be’, allora, in qualche modo dopo un po’ cominciavo ad avvertire il ronzio di una donna che camuffando il suo desiderio già acceso, cominciava a girarmi intorno per spolparmi. Scopri chi sei e cosa ami e le donne verranno a suonarti il citofono.

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  21. Michele says:

    Aggiungo: anche io come te sono un appassionato dei libri di Claudio che considero un fratello spirituale che mi aiutato anni fa a riavvicinarmi a me stesso, grazie alle sue lettere e poi al suo blog. Ho letto quasi tutti i suoi libri e quando ho letto Maschio amante felice, lo stesso che hai letto tu, ho cercato (ma ahimè lontano dal Sé) di essere Provider, sicuro, donativo ecc. Tutte qualità astratte che mi imponevo perché volevo essere all’altezza della mia pulzella cui volevo molto bene, ma avevo tralasciato una verità che Claudio scrisse nel suo blog o forse in una lettera: SENZA AMORE NON VI PUO’ ESSERE AUTENTICA FORZA. Bene, l’amore si trova nella regione del Sé e allora solo nell’amore si può essere ‘fallici’ per usare un termine che mi sta tornando affettuosamente alla memoria perché mi ricorda tutta la passione che misi allora sui testi di Claudio per diventare un uomo migliori. Ergo: devi prima amare senza una donna, per poter amare anche una donna. Tutte le teorie non servono a granché perché di fronte alla realtà divengono solo semplificazioni. Costruisciti una casa d’amore e qualche donna vorrà venire ad abitarci e vi capirete senza troppi problemi.

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