Le App. dell’oblio

Claudio Risé, da “Il Mattino di Napoli” del lunedì, 28 gennaio 2013, www.ilmattino.it

Non possiamo ricordare tutto. Anche la capacità di conservare ciò che non può essere dimenticato, si rafforza cancellando ricordi inutili. Dimenticare però fu impossibile da Internet in poi. Da allora la registrazione dei particolari anche secondari o sciocchi della vita di tutti si trasformò in una delle maggiori attività della rete. All’inizio fu bello; ma dopo l’euforia di ritrovare sempre le proprie immagini e storie cominciò il panico.
Integerrime docenti universitarie si trovarono improvvisamente senza lavoro per via di vecchie foto che le ritraevano un po’ troppo scollate e allegramente brindanti. Manager impeccabili si rivelarono amici di personaggi discutibili, segnando la fine della loro carriera.
I messaggi dei social network cominciarono ad essere seguiti da avvocati divorzisti in cerca di prove imbarazzanti, con conseguenze disastrose nella vita di chi li aveva mandati. Fidanzati e mariti cominciarono a cercare su siti erotici tracce fotografiche delle loro amate (a volte trovandole). Leggi il resto dell’articolo